Ulisse è un progetto di economia circolare il cui obiettivo è l’avviamento di un’economia delle macroalghe italiane, con l’intento di evitare l’attuale spreco di questa risorsa.
Il contesto
In vari Paesi Europei e non, le alghe hanno un vero e proprio mercato: essendo un prodotto dai molteplici utilizzi, sia la produzione sia il consumo in vari ambiti di questi vegetali d’acqua salata è ormai molto diffuso. Anche in Italia alcune aziende acquistano alghe per la lavorazione e vendita al consumatore finale e da anni ormai ci sono realtà economiche che le utilizzano in vari processi.
Sorge spontanea a questo punto una domanda: allora perché parlare di “avviamento” se in realtà un mercato del genere esiste già?
Lo scopo economico del progetto non è creare un mercato delle macroalghe da zero, bensì entrare in quello esistente con la proposta di materia prima italiana, rendendo disponibili sul mercato macroalghe interamente cresciute in Italia. Il prodotto in circolazione oggi è infatti di origine estera, principalmente e storicamente asiatica e negli ultimi anni in parte europea.
Potrebbe, fatte queste premesse, emergere il dubbio che il progetto Ulisse sia quindi prettamente economico più che circolare, eppure non è così: preferiamo iniziare la narrazione con i risvolti economici, per chiarire innanzitutto che utilizzi produttivi sono disponibili ed in funzione, per poi illustrare la circolarità del progetto.
Il territorio
L’idea di una realtà a partire dalle alghe nasce da una fattispecie: grandi quantità di alghe si spiaggiano lungo il litorale romagnolo ogni anno, alghe che deteriorandosi devono poi essere smaltite come rifiuti speciali. Una volta spiaggiate, le alghe non hanno altra destinazione se non lo smaltimento in discarica: l’intento del progetto è quindi rendere lo spreco il più piccolo possibile.
Se alghe accidentalmente incastrate nelle reti da pesca venissero portate a terra invece che ributtate in mare, potrebbero essere immesse sul mercato, per valorizzarle come la risorsa che rappresentano e innescare un’economia circolare di questo prodotto.
Ciò non avviene perché due grandi domande al momento non hanno una risposta:
le alghe sono vegetali marini, vanno quindi trattate come specie ittica o come prodotto vegetale?
qual è il procedimento igienico-sanitario per utilizzare alghe pescate in mare a scopi alimentari o affini?
Gran parte degli attuali utilizzi delle alghe sono correlati alla filiera alimentare e senza una regolamentazione del processo igienico-sanitario da seguire, un utilizzo in questo senso è inevitabilmente inibito.
Altro importante punto di attenzione è poi la diversità delle alghe: da specie a specie le caratteristiche sono molto differenti e di conseguenza lo sono anche i possibili utilizzi.
Le principali alghe presenti in Romagna sono: Gracilaria (un’alga rossa), Ulva e Codium (alghe verdi). La Gracilaria viene utilizzata per la maggior parte nella produzione di agar agar (un idrocolloide di origine vegetale), l’Ulva e il Codium a scopi alimentari.
Ecco quindi che la mancanza di chiare indicazioni igienico-sanitarie acquista una grande importanza: mancando questa, l’ostacolo alla commercializzazione delle alghe maggiormente presenti in Adriatico diventa senza dubbio evidente.
La coltivazione
Altro aspetto del progetto, è la possibilità di coltivare alghe, ma come può questo definirsi “circolare”? Quando sentiamo parlare di coltivazione, probabilmente la prima cosa a cui pensiamo è l’utilizzo di energia elettrica: gli impianti hanno bisogno di luce e di macchinari. La nostra idea di coltivazione delle alghe è però assai diversa.
Il fatto che le alghe si spiaggino, è un evidente sintomo di una presenza massiva del loro nutrimento in mare: se questi organismi non avessero gli elementi necessari per crescere, non esisterebbero e il loro tanto evidente arenarsi segnala invece una grande presenza di nutrienti.
Le alghe crescono attraverso la fotosintesi, in presenza di acqua salata, luce e sostanze organiche come Azoto, Fosforo e Potassio. Tutti questi elementi sono naturalmente presenti nelle acque marine e generalmente in abbondanza lungo il litorale romagnolo, motivo per il quale riscontriamo un’abbondante presenza di alghe.
Fino ad ora abbiamo quindi illustrato un importante concetto: le alghe crescono in natura perché gli elementi di cui si nutrono sono presenti in abbondanza. Se partendo da questo concetto, torniamo al tema della coltivazione, ecco che il punto di incontro fra questi due presupposti risulta evidente: coltivare in natura un prodotto che trova tutto ciò di cui ha bisogno, potrebbe essere il modo migliore per una produzione controllata ed eco-friendly di una risorsa utile.
La cooperativa
Ad oggi il progetto Ulisse è una cooperativa: Innovazione e Tecnologia Alghe: Cooperativa Adriatica, ovvero I.T.A.C.A. Soc. Coop..
Ci siamo costituiti sotto forma di cooperativa perché crediamo nello sviluppo sostenibile e coeso del nostro progetto assieme al nostro territorio e perché vediamo della cooperazione serena e produttiva la chiave del successo, per un aumento del benessere condiviso. In quanto cooperativa, siamo infatti molto radicati al territorio in cui ci troviamo e teniamo molto ad una crescita condivisa assieme a tutti gli interlocutori con cui ci interfacciamo quotidianamente per lo sviluppo del Progetto.
Sintesi
In questo breve articolo abbiamo quindi parlato delle basi del progetto Ulisse e dei suoi scopi: si parte da un’idea di economia circolare e di cooperazione, passando poi dalla raccolta da un lato e dalla coltivazione dall’altro delle macroalghe adriatiche, un prodotto che rappresenta una risorsa attualmente non valorizzata.
Con questo articolo vogliamo dare inizio ad una serie di approfondimenti sul progetto Ulisse e sugli attuali utilizzi delle alghe, che si svilupperanno con l’uscita periodica di nuovi specchietti a riguardo, sempre qui su questo blog.
Piccolo spoiler sul prossimo articolo: approfondiremo il tema “Utilizzi delle alghe”! #stayTuned
Potete trovare altri contenuti sul Progetto e sul suo stato di avanzamento su questo blog, sul nostro sito e sui nostri canali social.
Se avete domande o suggerimenti, siamo sempre molto contenti di conoscerli.
Grazie per l’attenzione e al prossimo articolo!
Ulisse
Autore: Lisa Mustone
Contributo tecnico-scientifico: Fabrizio Caruso, Valentina Romboli
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